1 Al termine di un agosto da dimenticare, ripetiamo l'ultima escursione fatta a luglio, stavolta in versione assistita. Noleggiamo per 130 euro due bici a Sauze e partiamo.
2 Una delle due bici è una front con gommine semislick, della italiana Brinke, mai sentita prima; il noleggio delle bici elettriche va forte, e bisogna accontentarsi di quello che si trova
3 L'altra è un biciclettone Montana/Vektor: un cancello plus, ma con l'ultima release del motore Brose
4 La bici è tenuta malissimo, la ruggine si vede fuori e si intuisce dentro, a giudicare dla rumore
5 Sulla Brinke il classico motore Shimano con batteria non integrata
6 Sulle prime salite si procede allegramente, ovviamente tutto in modalità ECO (CRUISE sul Brose)
7 Alle prime rampe capiamo che la front non ha dei rapporti adeguati al ripido, e per farla salire in ECO tocca spingere forte.
8 Con l'assistenza intermedia le cose cambiano, ovvero la bici procede a razzo da sola, basta far finta di pedalare. Continuiamo a pedalare in ECO, dato che l'obbiettivo rimane quello di una gita in bici e non in moto. L'assistenza massima non l'abbiamo nemmeno provata.
9 Dopo 600m di dislvello sono sparite solo 2 tacche su 10, ma ogni tanto ci dobbiamo fermare a rifiatare. Non siamo sudati solo perchè la temperatura è invernale.
10 La Vektor è più gradevole da usare, sia per i rapporti più adatti, sia perchè il motore Brose non emette quell'antipatico rumore da elettroutensile tipico di Shimano
11 Usciamo allo scoperto a raggiungiamo il colle Blegier
12 Purtroppo agosto è terminato ieri, e la strada dell'Assietta ha riaperto i battenti ai motori anche di sabato. Un vero incubo di polvere e rumore, pressochè continuo
13 Non possiamo nemmeno insultarli più di tanto, dato che il motore lo abbiamo pure noi.
14 Procediamo verso l'Assietta
15 Spesso tocca fermarsi per far spazio alle carovane
16 Precedenza anche ai cavalli, mezzi più ecocompatibili dei nostri
17 Puntiamo il rifugio, che sembra il parcheggio di un concessionario di moto (e devono ancora arrivare auto e quad)
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19 Non ci vogliamo assolutamente mischiare coi motociclisti, per cui ci sistemiamo fuori nonostante i circa 10°C di temperatura e i nuvoloni che minacciano pioggia.
20 Non ci facciamo mancare niente, dato che abbiamo speso più energie nostre che quelle delle batterie.
21 Terminato il pasto ci dirigiamo verso la testa di Mottas, dove forse non siamo mai stati
22 La raggiungiamo velocemente
23 La batteria ha evitato di compromettere la digestione
24 Esploriamo l'interno della postazione
25 Ripartiamo quindi alla volta del Gran Costa; l'idea di restituire le bici con la batteria quasi completamente carica non ci aggrada!
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28 In breve siamo sulla sommità della fortificazione, dove sostiamo poco.
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31 Ci avviamo quindi in discesa sul sentiero dei cannoni, che stavolta percorreremo all'asciutto
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33 Cristina in azione sul cancellone, che in discesa si conferma uno schiacciasassi, ma di scarsa agilità e manovrabilità (pesa più delle nostre due bici messe insieme).
34 Come l'altra volta, risaliamo al lago Laune per poi scendere verso Clotes.
35 L'ultima risalita ci trova stanchi, dato che insistiamo a chiudere la gita in modalità ECO
36 E infatti, alla riconsegna, rimangono 4 tacche su 10, dopo circa 1500m di dislivello. Esperimento interessante, ma per ora rimaniamo coi nostri fuscelli!